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Brics o donna? Una bomba al Fmi

Il prossimo direttore del Fondo monetario internazionale sarà una donna o un uomo dei Brics? L’Europa ha il suo candidato alla guida del Fondo monetario internazionale. È Christine Lagarde. Ministro dell’Economia, francese come Strauss-Kahn, donna.

Ma i Brics non sono più disposti a lasciare il passo alla vecchia Europa. Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica spingono per un candidato che esprima i nuovi equilibri. E rispetti le promesse fatte da Jean-Claude Juncker nel 2007. Il presidente dell’Eurogruppo, poco dopo la nomina di Strauss-Kahn, assicurò che «il prossimo direttore generale del Fondo Monetario non sarà certamente un europeo». Certo. Infatti: fuori un francese, dentro un(a) francese (come già tre direttori generali sui dieci nominati dal 1946) . Una nomina, fanno sapere i Brics in un comunicato, «fatta sulla base della nazionalità». Il che «mina la legittimazione» del Fmi.

Per conservare la credibilità dell’Istituzione, «il suo direttore – continuano i Brics – dovrebbe essere selezionato dopo un’ampia consultazione con i paesi membri». In altre parole: «La situazione richiede l’abbandono delle convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo». I Paesi emergenti hanno proposto una personalità di peso, Agustín Carstens (nella foto), oggi governatore del Banco de Mèxico, la banca centrale messicana, e – dal 2007 al 2009 – numero tre del Fmi.

Se a spuntarla sarà la filiforme Lagarde o il pacioccoso Carstens, la vecchia prassi o i nuovi equilibri, si tratterà comunque di una prima volta: mai prima d’ora c’è stata una donna alla guida del Fmi. E mai – a eccezione dell’attuale ‘facente funzione’ John Lipsky (statunitense) – la direzione è stata affidata a un non europeo